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Sabato 14 settembre 2024 avrà luogo presso La Casa degli Archi, la nuova sede FGB di Masserano (Biella), l’ultimo dei nostri incontri Open Day: un’occasione per scoprire chi siamo, qual è il nostro approccio e comprendere meglio la proposta formativa di FGB.

Dal 28 al 30 giugno 2024, Napoli ha ospitato la IAC Conference, attirando più di 800 partecipanti da 30 Paesi. L’eccellente riuscita dell’evento è stata il frutto di un lavoro di squadra coordinato e appassionato tra i vari team operativi nazionali e internazionali. La prima giornata è stata dedicata all’identità della professione di counselor e alla grande comunità internazionale che questo congresso ha saputo radunare, evidenziando connessioni e creando reti preziose. Anche noi di FGB abbiamo partecipato in presenza ed abbiamo tessuto fili preziosi tra saperi e conoscenze.

Mercoledì 19 Giugno e Venerdì 21 Giugno 2024 ci troveremo, prima a Milano e successivamente a Bra, per i nostri Open Day! La Scuola FGB apre le porte a tutte/i coloro che desiderano conoscerci e incontrarci: un’occasione per scoprire chi siamo, cosa facciamo e per comprendere meglio la nostra proposta formativa.

In FGB diamo il benvenuto alla primavera con una proposta formativa stuzzicante, destinata a counselor già diplomate/i, che dà diritto a 30 crediti di aggiornamento professionale SICo.

Articolato in due moduli in presenza, per un totale di 30 ore, il corso dedicato alla conduzione dei gruppi di counseling è condotto da Francesca Speciani, Gestalt counselor, bodyworker e trainer, nonché storica collaboratrice di FGB, con una solida esperienza di lavoro di gruppo.

La «Cura», mentre stava attraversando un fiume, scorse del fango cretoso; pensierosa, ne raccolse un po’ e incominciò a dargli forma. Mentre è intenta a stabilire che cosa avesse fatto, interviene Giove. La «Cura» lo prega di infondere lo spirito a quello che aveva formato. Giove acconsente volentieri. Ma quando la «Cura» pretese di imporre il suo nome a ciò che aveva formato, Giove glielo proibì e pretendeva che fosse imposto il proprio.

La musica e tutte le formule artistiche possono comunicare sperimentalmente e non solo concettualmente la forza, la ricchezza, l’estensione e la profondità del mondo interiore.

Compositori e interpreti non fanno partire la loro creatività dal possesso di pienezze ma da stati di mancanza.

In diversi ambiti sociali, di formazione, di ascolto e sostegno alle persone è sempre più evidente il bisogno di affrontare in modo dedicato e specifico le forme delle sessualità, le differenti declinazioni attraverso cui si manifestano i generi, i sessi, gli orientamenti e i ruoli.

Al centro del percorso, proposto in questa seconda edizione on line,  ci sono i corpi, le relazioni, le identità sessuali, crocevia di un cambiamento epocale che vede la crisi profonda dell’ordine binario e della sua visione basata su separazioni nette:  corpo/mente, natura/cultura, donna/uomo, eterosessuale/omosessuale, etc

Questo laboratorio nasce dall’esigenza di creare uno spazio aperto, accogliente, protetto, confidenziale e di ascolto per le coppie, attraverso lavori con il corpo e il respiro.

La relazione di coppia puo’ incontrare difficoltà e sfide nel corso del tempo. Questa esperienza può fornire ai partecipanti strumenti e strategie per migliorare la comunicazione, affrontare i conflitti e consolidare il legame. La coppia avrà l’opportunità di esplorare i propri bisogni e le dinamiche relazionali in un contesto senza giudizio. L’obiettivo finale è quello di rafforzare la connessione emotiva e la qualità della relazione, favorendo una maggiore soddisfazione personale e di coppia.

Le emozioni vengono distinte in emozioni primarie, ossia innate e universali, e quelle
secondarie, più complesse, frutto della crescita dell’individuo e dell’interazione sociale. La
vergona fa parte delle emozioni secondarie e viene sperimentata e appresa dall’individuo
in relazione all’ambiente. Essa viene definita emozione dell’autoconsapevolezza (M. Lewis, 1992; Tangney, Fischer, 1995) perché comporta inevitabilmente un autoriferimento

“A chi ha fame non dare un pesce ma insegna a pescare”,
suggerisce un proverbio cinese, invitando a non creare e non
avvallare rapporti di dipendenza, ma a utilizzare il disagio a cui
si vuole venire incontro, come punto di partenza di un processo
di responsabilizzazione.