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La musica e tutte le formule artistiche possono comunicare sperimentalmente e non solo concettualmente la forza, la ricchezza, l’estensione e la profondità del mondo interiore.

Compositori e interpreti non fanno partire la loro creatività dal possesso di pienezze ma da stati di mancanza.

In diversi ambiti sociali, di formazione, di ascolto e sostegno alle persone è sempre più evidente il bisogno di affrontare in modo dedicato e specifico le forme delle sessualità, le differenti declinazioni attraverso cui si manifestano i generi, i sessi, gli orientamenti e i ruoli.

Al centro del percorso, proposto in questa seconda edizione on line,  ci sono i corpi, le relazioni, le identità sessuali, crocevia di un cambiamento epocale che vede la crisi profonda dell’ordine binario e della sua visione basata su separazioni nette:  corpo/mente, natura/cultura, donna/uomo, eterosessuale/omosessuale, etc

Questo laboratorio nasce dall’esigenza di creare uno spazio aperto, accogliente, protetto, confidenziale e di ascolto per le coppie, attraverso lavori con il corpo e il respiro.

La relazione di coppia puo’ incontrare difficoltà e sfide nel corso del tempo. Questa esperienza può fornire ai partecipanti strumenti e strategie per migliorare la comunicazione, affrontare i conflitti e consolidare il legame. La coppia avrà l’opportunità di esplorare i propri bisogni e le dinamiche relazionali in un contesto senza giudizio. L’obiettivo finale è quello di rafforzare la connessione emotiva e la qualità della relazione, favorendo una maggiore soddisfazione personale e di coppia.

Le emozioni vengono distinte in emozioni primarie, ossia innate e universali, e quelle
secondarie, più complesse, frutto della crescita dell’individuo e dell’interazione sociale. La
vergona fa parte delle emozioni secondarie e viene sperimentata e appresa dall’individuo
in relazione all’ambiente. Essa viene definita emozione dell’autoconsapevolezza (M. Lewis, 1992; Tangney, Fischer, 1995) perché comporta inevitabilmente un autoriferimento

“A chi ha fame non dare un pesce ma insegna a pescare”,
suggerisce un proverbio cinese, invitando a non creare e non
avvallare rapporti di dipendenza, ma a utilizzare il disagio a cui
si vuole venire incontro, come punto di partenza di un processo
di responsabilizzazione.

“Sei sicura, tesoro, che vuoi star bene?… Voglio solo sapere che sei sicura, tesoro, e pronta per essere curata, guarita, perché l’integrità non è una roba da poco. C’è un sacco di peso su di te, quando stai bene.”

(“Are you sure, sweetheart, that you want to be well?… Just so’s you’re sure, sweetheart, and ready to be healed, cause wholeness is no trifling matter. A lot of weight when you’re well.”)

“Prima di giudicare la mia vita e/o il mio carattere mettiti le mie scarpe e percorri il mio cammino, vivi i miei dolori e le mie gioie… cadi e rialzati nei punti dove sono caduto io… Solo allora mi potrai giudicare!” (Luigi Pirandello)