Quando qualcuno giudica il tuo cammino…
di Egidia Blatto
di Egidia Blatto
“Prima di giudicare la mia vita e/o il mio carattere mettiti le mie scarpe e percorri il mio cammino, vivi i miei dolori e le mie gioie… cadi e rialzati nei punti dove sono caduto io… Solo allora mi potrai giudicare!” (Luigi Pirandello)
Il giudizio mette a rischio qualsiasi relazione di aiuto.
Un gestaltista non giudica, fa un altro mestiere, aborre i “perché” giudicanti e favorisce la ricerca fenomenologica del “come e del quando”.
La vita per procedere nel suo divenire ha bisogno di tempo, spazio e di una relazione di fiducia per promuoversi ancora in azioni trasformative… Il giudizio su se stessi e sugli altri è un killer verso una rinnovabile promozione del sé, un killer verso la vita. Il giudizio ferma, blocca abortisce ciò che spinge verso una rinascita.
Nella stanza di lavoro si trasformano alcune comunicazioni tipo “non sento il mio cuore battere, in: non sento ancora il mio cuore battere”, “non riesco a dare fiducia agli altri, in: non riesco ancora a dare fiducia agli altri”. In questa aggiunta diamo slancio di incoraggiamento al promuoversi, al rischio di riaprirsi ancora una volta, di nuovo e per sempre ancora.
L’esercizio del giudizio è abbastanza innato, ne siamo stati vittime e persecutori tutti. L’abito del non giudizio non lo troviamo nel nostro armadio già bello e pronto, dobbiamo confezionarcelo con pazienza, abilità e competenze da acquisire nel tempo. Dobbiamo inserire un modello più contemplativo che non abbia una fretta ansiosa di arrivare a delle conclusioni, ad un dunque. Dobbiamo non aver più paura della complessità fatta dalla tanta differenza dell’altro da noi.
Più che non giudicare dobbiamo imparare a sospendere il giudizio. Questo è il processo che possiamo apprendere, accorgersi che stiamo giudicando e sospendere il farlo. Sospendere il giudizio serve per comprendere di più se stessi e gli altri diversi da noi. Non possiamo basarci su qualcosa che vediamo, che sentiamo. Inseriamo il pensiero di un ragionevole dubbio prima di arrivare a delle conclusioni su persone, situazioni, scelte, reazioni.
L’esempio del remo: un remo immerso nell’acqua appare deformato, quasi spezzato… e basta che qs sia estratto dall’acqua per mostrare la sua integrità… A volte la vista ci inganna e mostra rotto ciò che è integro e viceversa.
“Quando qualcuno giudica il tuo cammino, offrigli le tue scarpe per farsi un giro…”
Egidia Blatto, Direttrice della Scuola FGB Counseling Gestalt Bodywork