sei sicurə che vuoi star bene?
di Roberta Padovano
di Roberta Padovano
“Sei sicura, tesoro, che vuoi star bene?… Voglio solo sapere che sei sicura, tesoro, e pronta per essere curata, guarita, perché l’integrità non è una roba da poco. C’è un sacco di peso su di te, quando stai bene.”
(“Are you sure, sweetheart, that you want to be well?… Just so’s you’re sure, sweetheart, and ready to be healed, cause wholeness is no trifling matter. A lot of weight when you’re well.”)
Quando lessi per la prima volta queste parole di Toni Cade Bambara(1), fu in una citazione proposta da Aishah Shahidah Simmons, amica, sorella e maestra(2). Sono tratte dal romanzo I mangiatori di sale, scritto nel 1980. E’ la storia di Velma Henry, un’attivista nera che cerca di suicidarsi e viene curata da Minnie Random, una guaritrice. Bambara scrivendo quelle parole pensava alla comunità africana americana degli Stati Uniti, cui il romanzo è dedicato.
Che cosa aveva, cosa continua ad avere da dire a me, donna bianca che vive in Italia, oggi? Sento potenti e vere queste parole, che quello star bene, fatto del sentirsi interamente, quella pienezza non è roba da poco. Chiede il portare su di sé un sacco di peso, tanta responsabilità, verso noi stessə e altrə con cui interagiamo.
Bambara ha scritto pensando decisamente alla comunità africana americana del suo tempo ma, da artista, è riuscita a essere globale, a parlare a tuttə quantə cerchino strade di liberazione da sofferenze e oppressioni. E’ riuscita a suggerire connessioni che valicano lo spazio e il tempo in cui sono state create.
Sei sicurə, di voler stare bene? è una domanda coraggiosa, che chiede di esser lasciata risuonare, che invita a stare in ascolto di sé, una domanda specchio in cui guardarci e stare, senza scappare via. Molte volte nella pratica dell’ascolto, nel counseling o nella scuola di formazione, accade di incontrare persone intrappolate nel lamento, identificate come quella parte di sè. E ancora ritrovo le parole di Bambara: “Le persone a volte credono che sia più sicuro convivere con le proprie lamentele, che sia necessario cooperare con il dolore, fino a diventare complici delle nostre stesse imboscate”. Imboscate che meno poeticamente possiamo chiamare autoboicottaggi, ma imboscate rende viva l’immagine del nostro essere viandanti in cammino impervio e trovarci a fronteggiare improvvisi attacchi da parte di… noi stessə.
Come assumere l’impegno del nostro benessere, ricercarlo e mantenerlo; un benessere, anche questo è prezioso, non individualistico, insieme personale e collegato alla comunità larga cui apparteniamo. Questo è il filo conduttore del romanzo, e insieme una traccia che può illuminare il cammino di una vita.
(1) Toni Cade Bambara (1939-1995) è stata una scrittrice, documentarista, insegnante e attivista africana americana.
(2) Aishah Shahidah Simmons, è formatrice, insegnante di meditazione e mindfulness, guaritrice, scrittrice e regista africana americana.